Secondo quanto afferma Banca d’Italia nei dati pubblicati sul report “Principali voci dei bilanci bancari”, per la prima volta dall’agosto 2012 i prestiti bancari erogati nei confronti delle famiglie italiane sono aumentati dello 0,1% a giugno, rispetto ai 12 mesi precedenti.
Un incremento certo non particolarmente rilevante, ma comunque quanto basta per poter sancire – finalmente – la tanto attesa inversione di tendenza nel trend assunto dalle erogazioni dei finanziamenti.
Tuttavia, se da un lato può essere riscontrata una certa soddisfazione per il dato quantitativo, dall’altra parte bisogna stare abbastanza attenti sul lato qualitativo, visto e considerato che gli interessi sui finanziamenti per l’acquisto delle abitazioni sono nel contempo saliti dal 2,91% al 3,01% di maggio, e dunque ottenere un mutuo diventa più costoso. Il credito al consumo diventa invece più conveniente, con interessi che scendono dall’8,40% all’8,13%.
Discorso parzialmente diverso per quanto concerne le imprese. Le società “non finanziarie” hanno infatti ottenuto finanziamenti in calo dell’1,6%, un dato negativo ma pur sempre migliore al – 1,9% del mese di maggio. Per i prestiti alle imprese con controvalore fino a un milione di euro, il credito diventa inoltre meno caro, con tassi di interesse che sono calati al 2,88%, rispetto al 3% del mese di maggio. Di contro, gli importi oltre il milione di euro sembrano divenire più cari, visto e valutato che gli interessi su questi grandi prestiti sono saliti dall’1,61% di maggio all’1,69% di giugno, ma rimangono comunque ben inferiori di oltre 100 punti base rispetto a quelli che vengono mediamente praticati per i finanziamenti di minore entità.
Per quanto infine concerne i depositi bancari, a giugno il tasso di crescita sui dodici mesi del settore privato è stato pari al 3,8%, rispetto al 3,7% del mese di maggio, per la più alta percentuale da febbraio. Nello stesso periodo la raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 18,3%, su base annua (- 18,1% nel mese precedente).
Banca d’Italia comunica infine che il tasso di crescita delle sofferenze (calcolato, afferma il dossier statistico, “senza correzione per le cartolarizzazioni, ma tenendo conto delle discontinuità statistiche”), prosegue al + 14,7%, come già rilevato nel precedente mese di maggio.
Per quanto concerne il prossimo futuro, sembra essere piuttosto prevedibile il prolungamento del trend in atto, con una graduale e ritrovata “generosità” degli istituti di credito, ad attenuazione della precedente tendenza negativa e a inversione del trend fino ad oggi in atto.