Nuove norme sull’anatocismo: come funzionano?

All’orizzonte si profilano finalmente nuove regole sull’anatocismo bancario. E pur attendendo ancora la delibera finale del Cicr – cui è spettato l’onore e l’onere di intervenire – le perplessità e le valutazioni non mancano certamente da pare di associazioni di imprese e consumatori sui possibili effetti per la clientela. Ad ogni modo, non tutto sembra essere perduto (o, meglio, interpretabile negativamente).

Come sottolineava correttamente il quotidiano Milano Finanza, infatti, le nuove regole sono una notizia positiva per le banche (che di fatti appoggiano positivamente il provvedimento, sperando che possa contribuire a mettere fine alla lunga lista di controversie in atto con i correntisti), ma anche per i clienti, che eviteranno una limitazione dell’offerta di credito. In aggiunta, la nuova disciplina dovrebbe apportare maggiore chiarezza su una materia finora disciplinata da leggi equivoche, che hanno lasciato spazio a differenti interpretazioni da parte dei tribunali (e l’incredibile numero di contenziosi attualmente in atto ne è vibrante conferma).

Ad essere soddisfatta dovrebbe essere anche l’Unione Europea, che non più tardi di due mesi e mezzo fa aveva domandato al governo italiano maggiore trasparenza sul divieto assoluto di interessi sugli interessi maturati (il cosiddetto anatocismo), sulla base di quanto previsto dall’articolo 120 del Tub, e sostenendo che “la capitalizzazione degli interessi, in particolare in operazioni quali l’apertura di credito in conto corrente, è pratica comune in tutti gli Stati membri dell’Unione, nessuno dei quali prevede un divieto simile a quello in questione”.

Detto ciò, per comprendere cosa cambierà realmente per i clienti bisognerà attendere fine ottobre, quando avrà termine la consultazione pubblica del Cicr e, successivamente, la delibera con le nuove regole che entreranno in vigore a inizio 2016.

Per il momento, l’esempio è lampante: in caso di prestito sotto forma di apertura di credito in conto corrente, del controvalore di 100 euro, con interessi annuali di 5 euro, il cliente riceverà la notifica del saldo da pagare all’inizio dell’anno successivo attraverso l’estratto conto. A questo punto avrà tempo 60 giorni (in linea di massima nei mesi di gennaio e febbraio), per poter pagare gli interessi, considerato che capitale e interessi in questo frangente resteranno due poste separate.

In altri termini, il cliente avrà così almeno due mesi per pagare i 5 euro, in contanti o con bonifico (le nuove regole facilitano i versamenti per gli interessi, separandoli da altri pagamenti, sottolineava ancora MF). Se questo avviene, gli interessi continueranno a essere calcolati sul capitale di 100 euro anche nell’anno successivo. Altrimenti, gli interessi saranno capitalizzati.

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