Bollette energetiche, va in fumo uno stipendio l’anno

bollettaSecondo quanto affermano gli ultimi dati Istat, nel corso del 2013 la spesa per i consumi energetici degli italiani avrebbe toccato quota 42 miliardi di euro. Il che, tradotto e calato sui singoli nuclei familiari, sta a significare una spesa per famiglia pari a 1.635 euro: a sostenerlo sono le ultime rilevazioni effettuate dall’istituto statistico nazionale, secondo cui la spesa per i consumi energetici sarebbe mediamente più elevata al Nord, rispetto al Mezzogiorno, con un differenziale negativo per le famiglie settentrionali che tocca addirittura il 40% (o, se preferite i termini assoluti, i 400 euro annui).

All’interno delle singole macro aree, a spendere di più sono comunque gli utenti del Nord Ovest, il cui onere complessivo annuo in bolletta ammonta a 1.790 euro, 8 euro in più rispetto ai “colleghi” del vicino Nord Est e, come già affermato, ben 400 euro in più rispetto a quanto accade nella parte inferiore dello Stivale. Al Centro, invece, i consumi energetici determinano una spesa media annua di poco superiore ai 1.500 euro. In modo più dettagliato, l’Istat ricorda come le spese maggiori si verificano in Valle d’Aosta, con oltre 2.000 euro l’anno, Emilia Romagna e Veneto (circa 1.900 euro), Lombardia e Piemonte (più di 1.800 euro).

All’altro capo della classifica troviamo un predominio quasi assoluto del Sud, con le spese siciliane pari a 1.260 euro l’anno, quelle campane con 1.350 euro, il Lazio e la Puglia con 1.400 euro, la Calabria con 1.450 euro. Pur con qualche eccezione, dunque, il panorama delle spese energetiche sembra seguire una ripartizione geografica, con gli oneri maggiori riscontrabili a Nord, quelli inferiori a Sud, e posizioni intermedie nel Centro.

In particolare, nel suo comunicato l’Istat ricorda come la spesa media per consumi energetici sia naturalmente di stretto collegamento con la dimensione familiare, e che si può pertanto rapidamente passare dai 1.358 euro annui per una famiglia composta da un solo componente, a oltre 2.100 euro per una famiglia composta da 5 o più persone. Differenze significative che, tuttavia, non sono proporzionali: le economie di scala si manifestano infatti man mano che la famiglia incrementa di numero, con la conseguenza che il nucleo con 5 membri spende “solo” il 55% in più rispetto alla famiglia con un solo membro.

Risulta essere di grande interesse cercare di comprendere in che modo vari la spesa energetica delle famiglie sulla base delle caratteristiche dei nuclei. Secondo l’Istituto, le famiglie con anziani spendono mediamente di più rispetto alle famiglie in cui le persone di riferimento sono più giovani: la motivazione è ascrivibile in questo caso, in buona prevalenza, ad un utilizzo più intenso dei sistemi di riscaldamento.

Ancora, l’Istat ricorda come la metà della spesa annua delle famiglie per scopi energetici sia direttamente ricollegabile all’acquisto di metano, largamente utilizzato (da almeno 8 famiglie su 10) per le funzioni di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sanitaria, oltre che per la cucina. Quota rimanente (pari al 35,5% in media nazionale, ma con punte di quasi il 50% nel Mezzogiorno) all’acquisto di energia elettrica, utilizzata principalmente per l’illuminazione, gli elettrodomestici, le apparecchiature elettriche e di raffrescamento degli ambienti (e in misura minore per il riscaldamento).

Quote minoritarie di consumi sono invece ascrivibili a quelli relativi al GPL (che assorbe solamente il 6% del budget familiare per le spese energetiche), legna e pellet (5%), gasolio (4%): combustibili utilizzati in misura marginale per gli scopi di riscaldamento degli ambienti e, unicamente nel caso del GPL e delle biomasse, per funzioni in cucina.

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